Buonasera gente!
Cosa sarebbe questo post? Anni fa, quando avevo ancora il primo o secondo blog, avevo dato vita ad una rubrica chiamata “La parola ai lettori” dove un lettore qualunque, blogger o no, poteva dire spiegare il perchè dovesse essere letto un libro a sua scelta.
Con il tempo e con il cambio di blog, la rubrica si è completamente persa. Ultimamente mi è venuto in mente di ritirarla fuori, anche per movimentare un po l’account Instagram.
Quest’oggi si ricomincia e la prima persona a raccontarci il libro è Leggere Con Yuko !
Ha scelto di parlarci della serie “Excalubur” di Bernard Cornwell.

“Vi sono dei libri in cui si lascia il cuore, quelli che una volta letti hai il desiderio di riprendere in mano anche solo per sfogliarli perché senti un vero e proprio richiamo. Quando mi sono avvicinata al romanzo storico per la prima volta l’ho fatto grazie a due opere poco conosciute, che in comune hanno proprio il fatto di essere delle serie: “le indagini dell’avvogatore Pisani” della Minarelli e “la saga di Excalibur ” di Bernard Cornwell. È proprio su quest’ultima che mi vorrei soffermare. Tutti conosciamo la figura di Artù, tra leggenda e storia, come colui che unirà la britannia. Cornwell rivisita il ciclo Arturiano introducendo non solo personaggi nuovi (come Nimune e Derfel), ma cambiando la storia e il contributo di coloro che invece già ne facevano parte (come la figura di Lancillotto che è stata totalmente stravolta, o quella di Merlino che assume caratteri a volte gotici e grotteschi). Un linguaggio semplice, una ricostruzione tra mito e realtà che avvicina questo romanzo all’epica cavalleresca, un’avventura senza fine che anche nel finale riesce a stupire e a coinvolgere. Siamo tutti abituati a vedere Artù come un giovane re, un condottiero esemplare, un leader, ma ne “la saga di Excalibur ” Artù si toglie la corazza, svela i suoi sentimenti e il suo desiderio di pace e tranquillità, ormai esausto delle battaglie. Accanto a lui il protagonista, Derfel, leale, coraggioso, che matura nel romanzo e che molto ha simile al classico eroe epico, pronto a mille battaglie e a mille sfide per il suo amico Artù. Nel primo romanzo assistiamo all’infanzia di Derfel, il suo apprendistato da Merlino e la sua attrazione per Nimune, anch’essa apprendista maga. Il tutto ci viene narrato in prima persona grazie a delle lettere scritte dal Derfel, ormai avanti con gli anni e in ritiro in un convento, alla sua regina che chiede insistentemente di parlargli la storia del leggendario cavaliere e della sua magica spada. Derfel sminuirà tutte le ballate composte a lode di Lancillotto descrivendolo subdolo, traditore e opportunista, che inganna Artù pur di divenire re e avere un regno. Ma Artù è un re solo di nome, la corona, lui, non l’ha mai voluta e mai poserà sulla sua testa. Chiamato in aiuto dal principe nato in inverno, Mordred, ancora in fasce, per difendere il suo regno, si batte per la pace, confidando nel piccolo sovrano e nella sua speranza di porre fine alle guerre che dividono il regno. Figlio del re Uther e di una sua schiava, rinnegato da suo padre e costretto a viaggiare, appare per la prima volta nel romanzo nel ben mezzo di una battaglia. Derfel ha sempre sognato di incontrarlo e lo riconosce subito grazie al suo cavallo bianco e alla magica spada, Excalibur. Derfel non ha parole quando vede quel giovane togliersi l’elmo e inchinarsi dinnanzi ad un neonato, figlio del suo fratellastro ed erede al trono. Inizialmente, nei primo volumie, Derfel idealizza la figura di Artù, ma presto una crepa squarcierà quella tela, farà vedere a Derfel quanto Artù in realtà sia fragile, quanto dolore prova per il tradimento di Ginevra e Lancillotto e quanto ne prova per quello di Mordred. Abbiamo detto che Lancillotto viene descritto da Cornwell in modo negativo, un antagonista che riesce a battere l’astuzia di Artù e a conquistare il cuore di Ginevra, amante del potere e non del suo amato sposo. Le lotte che vedono come protagonista Artù per difende la sua amata sono un colpo al cuore per Derfel, che è a conoscenza del tradimento. Artù, ferito dell’onore combatte contro Lancillotto che si è schierato dalla parte di Mordred. I suoi nemici quindi non sono solo i re dei regni confinanti, ma anche i suoi fedelissimi e il suo sovrano. Ginevra, ormai disincantata dall’ascendete di Lancillotto si schiera i battaglia e combatterà al fianco del suo uomo. Ma la tavola rotonda? Cornwel ne parla, e descrive in periodo in cui questa è stata in vita come un periodo di pace, grazie all’insistenza di Merlino nei confronti di Artù di prendere il comando del regno dopo l’abbandono del popolo da parte dell’inesperto Mordred. Uno dei capitoli che più ho amato è quello relativo all’allenamento di Artù bambino con il grande mago Merlino e la consegna da questi della spada magica di Excalibur. Ma Merlino in tutto ciò come viene raffigurato, e che ruolo ha nella saga? Di certo è uno dei personaggi più complessi e a carattere gotico che abbia mai incontrato all’interno di un romanzo. Il suo desiderio più grande è vedere sorgere gli antichi dei pagani della britannia e per tutta la saga cerca i loro tesori per farli risorgere. Le figure femminili di Nimune e Ginvra sono forti, prendono parte alle battaglie e hanno uno spirito combattivo. Diverso è per la principessa Ceinwyn, dolce e fedele al suo amato Derfel. Morgana assume un ruolo marginale: sorella di sangue di Artù che ama alla follia, si schiera contro Ginevra e Merlino.
Spesso mi sono domandata perché non sia stato fatto un ‘adattamento cinematografico di quest’opera. La vedrei bene in una serie TV, e ne sarei di certo fan.“
Vi ha incuriosito? Onestamente, io ho una voglia matta di leggere questo libro e di metterlo in wishlist. Alla prossima puntata!